Hai lasciato il tuo primo amore?

Questo rimprovero famoso e conosciuto appare in Apocalisse, è Gesù stesso che scrive all’angelo della chiesa di Efeso e da delle indicazioni precise sulla situazione della chiesa e sui problemi che devono essere corretti.
Nei versetti precedenti Gesù elogia la fatica la costanza e le opere compiute da questa chiesa, quasi è un elogio sublime e un certificato di approvazione da parte del Signore stesso alla chiesa di Efeso.

« Io conosco le tue opere e la tua fatica e la tua costanza e che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli e non lo sono, e li hai trovati mendaci; e hai costanza e hai sopportato molte cose per amor del mio nome, e non ti sei stancato.»

Tuttavia al termine di queste parole di approvazione appare un verso che rompe l’atmosfera, “ho questo contro di te, che hai lasciato il tuo primo amore”
Cos’è questo primo amore a cui Gesù si riferisce? Siamo certi comunque che questo problema è serio, infatti Gesù prosegue rincarando la dose
«Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima; altrimenti verrò presto da te e rimoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi. »

Dunque la perdita di questo “primo amore” è qualcosa di serio, tanto da essere una caduta e tanto da rendere necessario un ravvedimento, perché in caso contrario viene menzionata una punizione alla quale si andrà in contro.
La chiave per capire quale sia questo problema sta nel comprendere il concetto di “primo amore”.

Generalmente si pensa al primo amore come al primo innamoramento, a quel periodo spensierato e felice della giovinezza nel quale sboccia questo primo amore che ha un sapore tutto particolare e che per sempre sarà ricordato come qualcosa di unico e speciale … “il primo amore non si scorda mai”.
Nell’ambiente cristiano poi questo termine è diventato comune per indicare quel primo periodo dopo la conversione nel quale si ha zelo, voglia di servire il Signore e tanto entusiasmo … poi col passare del tempo questo “primo amore” passa e si diventa dei cristiani “normali”!!!

Ma … è davvero questo quello che intendeva Gesù nel suo rimprovero?
In Matteo 22:37 leggiamo
«Gesú gli disse: “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. »
Questo è il primo e il grande comandamento, il secondo simile a questo è “ama il tuo prossimo come te stesso”. Il primo è verticale, mentre il secondo è orizzontale, ecco il concetto della croce; il primo sostiene il secondo, e il secondo senza il primo non ha senso.

Dunque Gesù spiega il concetto in termini molto più semplici, l’amore che l’uomo deve avere verso Dio è questo “con tutto il cuore,la mente e l’anima”, allora siamo giunti al punto, il rimprovero di Gesù mirava a questo problema, Dio non era al primo posto e Gesù dovette dire … “torna al tuo primo amore”, non era un semplice consiglio ma un comando, se Dio non è al primo posto nel cuore dell’uomo infatti qualcun altro lo è.
Adesso il senso della frase “torna al primo amore” ci è più chiaro, ma allora i primi versetti pieni di apparenti elogi come dobbiamo leggerli?
Per capirlo leggiamo in 1Tess 1:3
«ricordandoci continuamente, davanti al nostro Dio e Padre, dell’opera della vostra fede, delle fatiche del vostro amore e della costanza della vostra speranza nel nostro Signore Gesú Cristo. »
L’apostolo Paolo nella lettera ai Corinzi aveva già spiegato come le tre virtù principali di un cristiano siano la fede, la speranza e l’amore, ai tessalonicesi fa un elogio dicendo che ogni giorno si ricorda di come questi fedeli mettano in pratica queste tre virtù.
In particolare si vede come Paolo elogi i tessalonicesi per l’opera della loro fede, la fatica del loro amore, e la costanza della vostra speranza.
Dunque emerge un quadro chiaro ognuna delle tre virtù menzionate da Paolo produce un frutto
Fede –> Opere
Amore –> Fatica (affaticarsi per l’opera)
Speranza –> Costanza
Adesso dopo aver puntualizzato questa importante verità rileggiamo le parole rivolte da Gesù all’angelo della chiesa di Efeso
« Io conosco le tue opere e la tua fatica e la tua costanza e che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli e non lo sono, e li hai trovati mendaci; e hai costanza e hai sopportato molte cose per amor del mio nome, e non ti sei stancato.»
Rileggendo il tutto acquista un altro senso, in realtà Gesù nomina i frutti delle tre virtù, opere fatica e costanza, ma le virtù non erano presenti.

Questa chiesa era una chiesa operosa, che si affaticava con costanza ma mancavano la fede, l’amore e la speranza in Cristo … non un elogio dunque come potrebbe sembrare ma una radiografia precisa e puntuale del problema … Dio non è interessato al nostro servizio cristiano, né alla nostra fatica, Lui è interessato al nostro cuore, non vuole da noi servizio, ma prima di ogni cosa vuole il nostro cuore.
In questa bella chiesa tutti gli ingranaggi sembravano girare perfettamente, ma mancava la fede in Cristo, l’amore per Lui e la speranza in Lui, in realtà mancando queste cose i frutti prodotti erano inutili.
A questo punto è interessante notare l’ultimo aspetto della vicenda “hai sopportato molte cose per amore del mio nome”, anche in questo caso c’è da scavare dietro a questa frase.
C’è una grande differenza fra sopportare molte cose per amore del nome di Cristo o per amore di Cristo. Il nome di Cristo è la nostra reputazione, siamo cristiani perciò dobbiamo comportarci così e così. Abbiamo una reputazione da difendere … questo è egoismo !!!
Mentre dall’altro lato fare qualcosa per amore di Cristo vuol dire farlo col cuore rivolto a Lui mossi dall’amore verso di Lui…che grande differenza, e qui c’è la domanda fondamentale per noi
Stai servendo l’opera del Signore o il Signore dell’opera? Qual è la motivazione che muove il tuo cuore, lo fai perché vuoi una chiesa grande e prospera o perché ami il Signore e desideri vedere anime arrendersi a Lui?

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